Welcome to Xenon!


(testo tradotto dall’articolo originale di Robert Glashüttner, dal sito The Ball is Wild)
(immagini e video: archivio Tilt!)

Se Sir Peter Ustinov ti invita a “esperimenti ludici sull’elettricità”, probabilmente dovresti accettare. L’intrattenimento digitale era qualcosa di magico nei primi anni ’80, perché era nuovo, non esisteva quasi alcun precedente con cui confrontarlo. Microchip, circuiti stampati, suoni sintetizzati e luci intermittenti attivate dal computer non erano solo una manifestazione del futuro nel (precedente) presente, erano anche abbastanza tangibili. Al giorno d’oggi, computer e periferiche sono generalmente piccoli e ricoperti da plastica serigrafata o metallo lucido. Ma nel 1980 i componenti dell’intrattenimento digitale erano ancora piuttosto voluminosi, e le periferiche – stampanti, schermi, unità disco, ecc. – ben distinguibili.

(volantino pubblicitario per il flipper)

Tanto quanto gli smartphone e i tablet contemporanei vengono feticizzati da pubblicità e utenti, così i loro nonni erano incantevoli negli anni ’80. Lo stesso si può dire con i flipper, dove nel piano di gioco puoi vederne i meccanismi in funzione – questo ovviamente è una caratteristica valida ancora oggi, caratteristica che lo rende così speciale. Un buon flipper è più della somma delle sue parti, ma allo stesso tempo, tutte quelle parti sono sempre visibili sia per il giocatore che per l’osservatore. Ora immagina che quelle parti diventino un insieme che non è solo un’esperienza di gioco coesa ma piuttosto qualcosa di simile a una forma di vita artificiale. Qualcosa che ti risponde, ti ricompensa e ti punisce, in corrispondenza alle tue azioni e risultati.

(a sinistra, bozza per la grafica; a destra, poster promozionale distribuito alle fiere di settore)

L’idea di un flipper che racconta una storia, e il fatto che il giocatore si impegnasse per raggiungere un obiettivo finale che non fosse il punteggio o la vincita, era qualcosa di mai visto alla fine degli anni ’70. Altrettanto meravigliosa era una macchina capace di produrre campioni vocali digitalizzati. Aggiungi la “compositrice di musica elettronica” Suzanne Ciani, 34 anni al momento della registrazione, che, citando le meravigliosamente poetiche parole di Ustinov, “cattura l’indefinibile e lo trasforma in musica”.

(pagina del brevetto originale per il flipper ed il “tubo” sul piano di gioco)

La Bally ha assegnato a Ciani l’incarico insolito di creare una sorta di colonna sonora per il nuovo flipper “Xenon”, progettato nel 1979 e che uscirà un anno dopo. Ciani accetta la sfida e lo presenta – almeno alle telecamere della TV – con tanta gioia e tale passione da far venire voglia di comprare un vecchio sintetizzatore modulare su eBay immediatamente dopo aver visto il video. Ciani ha inoltre cercato di capire la mentalità di un giocatore di flipper durante una partita.

(Suzanne Ciani nel 1980 in posa di fianco al flipper)

Concediti questo meraviglioso pezzo storico di cultura del flipper – e non dimenticare, “Try the tube shot!” (= tenta di tirare al tubo!)

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