AEA “Arcade Super Reflex”, 1982

“Arcade Super Reflex”, 1982
A.E.A. – American Electronic Assembly, Tencarola (Padova) 

Un videogioco abbastanza misterioso. In alcuni siti, in alcune liste, viene addirittura attribuito a Zaccaria, quando anche solo per la conformita’ del mobile stesso e’ ovvio non abbia niente a che farci.
Ne abbiamo aperto un esemplare, non funzionante, per cercare di capire di che gioco si trattasse, subito prima che il gioco incontrasse il suo destino, ovvero venire modificato in mobile multigioco con LCD e Pandora; perlomeno, ne abbiamo salvato scheda, tv ed altre parti.

Il mobile e’ particolare, la plancia si trova molto in alto, almeno 20cm piu’ in alto di quella di un normale mobile da videogiochi del periodo (guardate lo spazio tra il lato alto dello sportello gettoniera, e la plancia…). Provando ad accendere ovviamente il gioco non funziona, questo pero’ ci permette di vedere che guardando (non senza fatica vista l’altezza) dentro al vetro, stiamo osservando uno specchio posizionato a 45°, ed il TV e’ in fondo in basso, vicino ai nostri piedi. Un trucco del genere era usato nei vecchi giochi di tiro con il fucile, per dare una impressione di profondita’. Qui in piu’ lo schermo TV e’ pure piccolo, sembra un 14″, quindi pare ancora piu’ lontano di quello che in realta’ e’. La plancia ha un joystick che a muoverlo sembra quantomeno a 16 posizioni, con un pulsantino rosso installato in cima, e nessun altro pulsante in giro a parte quelli dello start, uno o due giocatori (supponiamo alternati, visto che c’e’ un joystick solo).

Le istruzioni sono serigrafate sulla plancia, e ricordano vagamente il “Carnival” della SEGA; un po’ per i soggetti da colpire (anatre, ecc), un po’ perche’ mentre alcuni bersagli se colpiti aumentano il punteggio, altri lo diminuiscono. Il gioco e’ a tempo, 30 secondi (50 colpi) a livello. Si fa riferimento al suono del biri-biri, una caratteristica molto usata nei flipper italiani di quel periodo per segnalare il raggiungimento di un certo punteggio, un traguardo; un suono abbastanza caratteristico avvisava il gestore del locale che quindi concedeva un premio al giocatore (una consumazione, qualcosa del genere, a volte anche piccoli premi in denaro), mentre un contatore interno segnava questo traguardo, per permettere al noleggiatore di rimborsare i premi effettivamente pagati dal gestore al giocatore. 
Questo forse ci spiega anche il nome del gioco; pensavamo ad un riferimento al gioco elettromeccanico “Reflex” della SIDAM, dei primi anni ’60, anche per via del funzionamento abbastanza simile; forse, invece, con quel ‘reflex’ ci si riferisce al fatto che lo schermo di gioco lo vediamo solo ‘riflesso’. 

Aprendo lo sportello, troviamo il solito contatore meccanico del totale partite giocate, e come avevamo immaginato leggendo del biri-biri, c’e’ anche un secondo contatore sempre meccanico, pero’ azzerabile, infilato nel legno che separa la zona cassetta monete con quella della scheda e del tv. Il noleggiatore fa i suoi conteggi, vede quanti premi il barista ha pagato ai giocatori, ed azzera il contatore, evitando cosi’ di dover lasciare foglietti con i conteggi in giro ogni volta. Ormai e’ chiaro che non e’ un semplice videogioco, ma piu’ uno di quegli apparecchi a tempo che permettevano appunto di vincere un premio. Magari e’ stato costruito cosi’ alto per renderlo anche poco appetibile ai ragazzini, chissa’.

Apriamo la plancia, ed ecco una sorpresa: il joystick e’ finto, l’unica cosa collegata e’ il pulsantino in cima. Quindi e’ totalmente inutile muovere la leva nelle sue direzioni, non ci sono lamelle o micro che ne rilevano il movimento. La placca di supporto ha diversi fori, la predisposizione per i micro, immaginiamo, ma non sono usati in questo gioco.

La scheda e’ abbastanza semplice, gli integrati hanno la sigla “AR” (Arcade?) e porta stampata il codice 1018.

Esaminando i volantini pubblicitari dell’epoca che abbiamo in archivio, per questo “Arcade Super Reflex” sono menzionate le varie combinazioni, descritte come se fosse un gioco di carte; anzi, si cita proprio il termine “poker” il che, per quegli anni, era sicuramente audace.
In altri volantini vengono annunciati altri giochi, presumiamo simili: “Fatsy Gambler” e “Rjo Bravo”, di cui pero’ non abbiamo mai visto nulla in giro, ne’ individuato schede o altro. Se erano giochi sempre a premio, simili a questo, puo’ essere fossero semplici modifiche alla scheda.

Se per caso venite in possesso di altre informazioni, fateci sapere!

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