In sala giochi con Lucio Dalla.

Estate 1979, alla sala giochi “Happy Days” di Riccione, quella in fondo alla galleria Viscardi, all’incrocio tra viale Dante e Viale Ceccarini. Era mattina, quasi ora di pranzo, c’era pochissima gente, tutti erano ovviamente in spiaggia.
Non certo io; dall’alto dei miei 13 anni, studiavo quella fila di mobili di “Space Invaders” ai quali non riuscivo assolutamente a giocare, una partita mi durava si e no 1 minuto e mezzo. Cercavo di imparare come si giocasse osservando le partite di altri, ma non c’era nessuno in quel momento. Tra i videogiochi piu’ nuovi, andava forte quello del ‘bazooka’ (vero nome “Crossfire”, ovvero la versione Model Racing), dove tramite un bazooka in plastica si deve sparare a jeep e camionette nemiche mentre ti passano davanti, cercando di non colpire per sbaglio infermieri ed ambulanze della Croce Rossa. Sembra facile, ma con la grafica 8 bit di un videogioco in b/n la cosa non e’ cosi’ immediata come si puo’ pensare 😉
C’e’ un tizio adulto che sta giocando, pare abbastanza bravo, perlomeno, sembra sapere cosa bisogna fare. La cosa e’ gia’ meravigliosa di suo: un adulto in sala giochi la mattina che conosce bene un qualche videogioco. Incredibile!
Nei primi videogiochi in b/n, come anche “Breakout” e tanti altri, c’era la possibilita’ di vincere una partita, per una volta sola, con lo stesso gettone. E costui quasi sempre ci riesce. Dopo una dozzina di partite, la meta’ vinte giocando, si gira verso di me e mi fa “Ti va di fare una gara? Sai giocare? Offro io!”. Mi hanno sempre detto di non accettare caramelle da sconosciuti, ma nessuno ha mai parlato di partite omaggio ai videogiochi, quindi eccomi con il bazooka, una partita a turno, vince pero’ sempre lui. Dopo sei o sette partite mi saluta, e se ne va.
Il cassiere della sala giochi, che aveva osservato la scena dall’inizio dalla sua postazione, mi chiama e mi fa: “Ehi, ma lo sai con chi stavi giocando? Con Lucio Dalla!”. Ovviamente non avevo idea di chi fosse e quindi non potevo condividere il suo entusiasmo, ma vabbe’.
Anni dopo, recuperato uno di quei “Crossfire” made in Italy, l’ho sempre tenuto in magazzino in attesa di riuscire ad esporlo al pubblico per magari riuscire poi a portarci Lucio Dalla, chiedere se per caso si ricordasse di quando ci giocava in sala-giochi a Riccione…  Purtroppo, non lo sapremo mai.

21 thoughts on “In sala giochi con Lucio Dalla.

  1. Ho avuto anche io il piacere di giocare con Dalla e altri ragazzi che non conoscevo un’estate dei primi anni ’90 alla Sala Giochi Florida a Cattolica.
    Il gioco era Final Lap che era un gioco di racing con diverse macchine collegate in serie, 6 mi pare.
    Ci stavo giocando da solo quando si sedette un gruppo di allegri avventori tra cui Lucio Dalla e altri personaggi dello spettacolo.
    Li battei 3 gare di fila, quando uno mi chiese come facevo e gli spiegai il trucco per cui il gioco avvantaggiava le auto che rimanevano indietro facendole andare più velocemente, per cui bastava rimanere in coda e spingere poi ad una certa distanza dal traguardo battendoli tutti in volata. Le gare successive si fecero così più impegnative!

  2. Beh, ci metto anche il mio pezzetto allora. L’ho visto due volte, una volta dopo un concerto di un mio amico, sul palco – in epoca cosi’ remota che non mi ricordo neanche chi era il mio amico – poi una sera da Vito, il mio moroso di allora conosceva Guccini e ci fermammo fuori a parlare con lui e Dalla, e la conversazione era sul tema tende normali vs veneziane, pro e contro. In mezz’ora parlo’ quasi sempre Guccini, Dalla credo disse due parole e niente piu’ e sembrava il tipo che non si espone, un po’ timido ed un po’ narcisista.
    Questo e’ quanto, ammetto, non mi era antipatico ma neanche simpatico, le sue canzoni non mi piacevano salvo due o tre, pero’ spiace, che riposi in pace all’anima sua, ecco. Son contenta di non essere a Bologna perche’ ve ne staranno facendo ‘na capa tanta.

  3. “Dear Dee,
    I am sorry I have taken so long in getting back with you but I have done quite a bit of photographic and document research. Based upon my research, mainly based upon a very rare photograph of Warhol painting with his right hand, I would say that he was not left handed regarding production of art work.

    Sincerely,
    Robert “

  4. C’e’ poi sempre la leggenda metropolitana che la sala-giochi “Cadillac” di Bologna, oggi scomparsa, fu aperta da una societa’ composta da Dalla, Morandi, Carboni e non so chi altri, fondamentalmente per avere un luogo dove poter svolgere in santa pace i loro tornei di calciobalilla e di flipper. Ma non ho mai approfondito.

    Di flipper, Morandi ne parla nel suo libro autobiografico, quando racconta di come giocava gratis ad un flipper al Green Bar di Riccione negli anni ’60 (pochi metri piu’ in la’ dalla sala-giochi dove ci beccai Dalla) con il vecchio trucco della monetina legata ad uno spago, finche’ il gestore se ne accorse e lo porto’ fuori trascinandolo per le orecchie 🙂

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