Progetto “Museo del Flipper”

Indice:

1) Perche’ un Museo del Flipper e dei giochi automatici a moneta, e perche’ proprio a Bologna?
2) Presentazione dell’Associazione Tilt!, fondata nel 1994
3) Il primo progetto “Museo del Flipper”, presentato alla Commissione Cultura del Comune di Bologna l’8 ottobre 2009
4) Mille firme per il Museo!

Al Signor Sindaco

All’Assessore alla Cultura

Al Presidente della Commissione Cultura del Comune di BOLOGNA

Bologna, 8 ottobre 2009

Oggetto: Progetto Museo del Gioco Automatico Bolognese

L’associazione culturale no-profit TILT, fondata ed iscritta nel 1996 alle liste Libere Forme Associative del Comune di Bologna, nasce dalla necessità di coordinare ricerche, studi, recuperi e restauri riguardanti la storia del gioco automatico italiano (flipper, jukebox, videogiochi, ed altro), in particolar modo di origine bolognese dai primi anni ’30 ad oggi.

Nel nostro territorio è sempre stata marcata la presenza di aziende manifatturiere ed artigiane produttrici di apparecchi da divertimento a moneta; aziende bolognesi che arrivarono a primeggiare e distinguersi nella produzione mondiale di tali macchinari (1).

Riunendo l’appassionata collaborazione di tanti simpatizzanti, dall’Italia ma anche dall’estero, l’associazione TILT è divenuta anche tramite il suo sito internet www.tilt.it (ugualmente fondato nel 1996), un punto di riferimento e di orientamento per tutti i collezionisti e gli storici del settore.

L’associazione ha da tempo il progetto di aprire al pubblico l’enorme collezione, accumulata con minuziose ricerche sul territorio nazionale ed estero, arricchitosi di pezzi molto interessanti anche grazie a donazioni di esponenti di quello stesso settore che TILT studia e documenta. Settore che vede con favore queste attività che documentano la sua storia, con associazioni di categoria come la SAPAR(2) di Roma ad offrire il proprio patrocinio, a testimonianza di questo interesse.

L’associazione TILT CHIEDE all’Amministrazione Comunale il sostegno per la realizzazione di un Museo del Gioco Automatico Bolognese.

Il progetto museale

Per realizzare questo museo occorrerebbe uno spazio di circa 200-400 metri quadri, dove sistemare in modo organico il materiale raccolto, progetti originali, stampi e macchine automatiche a gettoni, attualmente immagazzinati in depositi di fortuna nella provincia di Bologna.

Lo spazio ideale sarebbe un piccolo capannone industriale dismesso, anche periferico, per organizzare e preparare il materiale atto a costituire uno spazio museale, in medesima sede o in altro spazio organizzato, che sia fruibile dai cittadini e dalle scolaresche, quindi per ragazzi che non hanno mai visto questi gioielli meccanici frutto anche dell’ingegno emiliano negli anni del dopoguerra.

I visitatori di questo museo avrebbero la possibilità di rivedere oggetti perlopiù scomparsi con l’avvento dei cosiddetti “videopoker” ma anche provare di persona collezioni uniche di intere produzioni di flipper, giochi meccanici, videogiochi, in originale, dagli anni ’30 ai giorni nostri, apparecchi oggi perfettamente funzionanti.

Apparecchi realizzati da maestranze nazionali ed estere che hanno operato attraverso le tecniche più varie, dalla meccanica all’elettronica, dalla pittura alla grafica, dalla tipografia alla serigrafia fino a giungere alla musica elettronica.

All’interno di questo spazio museale si propone di realizzare laboratori attrezzati, a disposizione anche degli Istituti Scolastici che ne facessero richiesta:

  • per il restauro tecnico, meccanico, artistico degli apparecchi più rappresentativi;
  • per lo studio, grazie alla parte documentale cartacea – foto, stampe, articoli di quotidiani;
  • una libreria, con i volumi italiani e stranieri in collezione; le riviste e le pubblicazioni di settore;
  • una videoteca con il materiale audiovisivo (DVD, VHS, video per computer, CD audio).

Tutto quanto sopra esposto si trova nella collezione “TILT” in originale.

I numeri della collezione “TILT”

271 ‘flipper’, meccanici ed elettromeccanici di costruzione italiana e straniera, dal 1931 al 1978.

136 ‘flipper’ di costruzione italiana e straniera, dal 1978 al 2004 – apparecchi elettronici.

7 prototipi di apparecchi a moneta tipo ‘flipper’ e realizzati a mano, mai costruiti in scala industriale.

55 ‘videogiochi’, tra modelli italiani e stranieri, dal 1971 ai giorni nostri, tra cui alcuni pezzi di particolare rilevanza storica e documentale, come “Computer Space”, il primo videogioco a moneta della storia, unico esemplare conosciuto in Italia, il secondo in Europa.

35 giochi meccanici di intrattenimento di varie epoche: calciobalilla (anni ’40 e ’50), “tiro di abilita’” (dagli anni ’60 agli anni ’80), “microguide”, “prove di forza”, “mini bowling”, ecc.

24 “Juke-Box”, di costruzione italiana e straniera, dagli anni ’50 agli anni ’90.

241 manuali tecnici, schemi elettrici, brevetti, documentazione tecnica varia, dagli anni ’30 ai giorni nostri, in originale, sulla tecnica di funzionamento, la riparazione, la ricambistica.

312 libri, pubblicazioni, cataloghi espositivi, riviste di settore, articoli di quotidiani ed altra stampa periodica, in originale, materiale proveniente da Italia e resto del mondo, con argomento la storia e la lavorazione dei giochi automatici a moneta in ogni loro forma, il loro impatto sociale, i riscontri nella vita di tutti i giorni nelle varie epoche.

Dal mese di novembre 2008, tale raccolta è stata inclusa dall’UNESCO nel proprio portale web in quanto unica nel suo genere in Europa (3).

89 DVD, VHS, LP/45 giri, video in formato digitale sui giochi a moneta, il loro utilizzo, le vicende storiche, provenienti da diverse fonti tra cui l’archivio storico Istituto Luce.

633 depliants pubblicitari di tali apparecchi, posters, gadgets, oggettistica promozionale e pubblicitaria, in originale.

154 telai da serigrafia, disegni, bozze di prototipi, in originale, provenienti da lavorazioni di tali prodotti.

943 foto in stampa e in formato digitale di manifestazioni, fiere, presentazioni di prodotti, divulgazione promozionale, ecc.

Tutto questo materiale, al momento, è in larga parte immagazzinato in depositi di fortuna che non ne consentono l’esposizione al pubblico, in una situazione che comporta un grave rischio per la sua conservazione.

Federico Croci

Presidente Associazione “TILT”

email: staff@tilt.it – www.tilt.it

Note:

(1) cfr. “Scuola Officina” – Museo del Patrimonio Industriale di Bologna, n.1 2006 gennaio-giugno, pgg.30-35, Flipper Made In Bologna, Federico Croci

(2) L’associazione nazionale SAPAR (www.sapar.info), riunisce in categoria dal 1963 tutti gli operatori professionali del settore dell’apparecchio automatico in Italia.

(3) http://www.tilt.it/flipper_pinball/biblioteca/

Indice:

1) Perche’ un Museo del Flipper e dei giochi automatici a moneta, e perche’ proprio a Bologna?
2) Presentazione dell’Associazione Tilt!, fondata nel 1994
3) Il primo progetto “Museo del Flipper”, presentato alla Commissione Cultura del Comune di Bologna l’8 ottobre 2009
4) Mille firme per il Museo!

Leave a Reply