Medieval Madness, FATTO (in casa) e GIOCATO, la ricetta…

 

 

MEDIEVAL MADNESS

Un flipper dal gusto anni fine 90, sobrio, elegante, sprizzante, adatto a tutti i palati. Per una persona.

Ingredienti: pezzi originali del playfield, qualche tavola di legno, dei piani di recupero e tanta pazienza.

Cuoco: Enea Toluzzo, store manager di un negozio di videogames di una nota catena, Lombardia.

Ciao ragazzi/e frequentatori assidui ed occasionali di Spazio Tilt, che ringrazio per avermi concesso la pubblicazione con un inizio “scherzoso” alla Cristina Parodi di Cotto e Mangiato  in accordo al tema comico, se mi permettete il termine, di uno dei flipper più belli e ambiti di sempre, la PAZZIA MEDIEVALE!!!

Qual è il tema di questo nuovo spazio lo potrete aver già intuito; un’idea folle che nasce dall’esperienza accumulata nei pochi anni in cui mi dedico al restauro dei flipper. Il progetto nasce dalla voglia di realizzare interamente ‘at home’ un flipper partendo praticamente da zero, o quasi, sfruttando le mie conoscenze in ambito artistico (ho frequentato un Liceo che mi ha dato la possibilità di acquisire esperienze di base nella modellazione solida e pittorica) per poi, una volta ultimato il progetto, passare a realizzarne uno totalmente nuovo. Non me ne si voglia di falso d’autore… è tutto a scopo accademico!

Il concetto è semplice: se riesco a smontare e rimontare un flipper in ogni singola parte lucidando vite per vite, cosa ci vuole a farsi i pezzi da solo? Ok, il concetto è un po’ più complesso ed elaborato, anche perché qui non si parla di semplice restauro, cioè ricostruzione di parti mancanti e ri-messa in funzione di un flipper morto, ma quasi di progetto ex-novo, contando il fatto che un MM vero io non l’ho manco mai visto!

La scelta è ricaduta sul MM perché avendo già un Twilight e uno Star Trek non potevo che puntare il dito sulla top ten di ipdb.org e scegliere quello che più mi ispirava. Ho preferito vedere innanzitutto quale flipper aveva la minor complessità del ‘sotto’ piano in termini di marchingegni e cavi. In seguito mi sono buttato alla ricerca dei componenti originali e ho scelto tra quelli che ne avevano la maggior disponibilità. La decisione è stata presa giocando l’ottima simulazione dei piani del Pinball Arcade perché ha le regole di gioco originali e, a differenza degli emulatori per pc, funziona perfettamente.

L’idea è replicare il flipper in modo tale che l’estetica sia il più possibile vicina all’originale, cercando di usare componenti originali, per le strutture modellate del piano tipo il castello, o riadattando parti provenienti da altri piani comprati a poco prezzo e ricostruendo le parti più alla mia portata, come plastiche, piano in legno, cassone, decals, elettronica, etc.

Ho iniziato quindi a recuperare alcuni parti fondamentali, gli ingredienti della ricetta, prendendo come tetto massimo un 1500 Euro:

  • un flipper modello FIRE, di cui riutilizzerò il cassone riadattato al caso
  • dello stesso flipper la componentistica del piano: meccanismi, plastiche e parti in ferro
  • le tre schede della testata, una WPC 95 CPU, la Audio Board e una WPC 98 driver board che riadatterò al caso con piccole modifiche
  • le parti strutturali del castello, le 5 torri e le due facciate principali
  • alcune plastiche rovinate del playfield (le mancanti o le danneggiate le ricostruisco)
  • due rampe belle nuove a 90 euro!!!!
  • un set completo di gemme del piano, da usare preferibilmente a temperatura ambiente

Una volta fatto il quadro della situazione ho pensato bene di costruire il meccanismo distruttivo del castello che però posterò più avanti perché inizio questo post con la descrizione di come ho costruito il piano che ho in stanza pronto per essere abbellito dalle parti meccaniche ed elettroniche di cui ancora devo chiarire bene la sostanza. Vi anticipo solo che funziona alla perfezione…

Ringrazio ancora una volta il ns guru dei flipper, il Croci, che mi ha permesso di essere qui con voi a condividere il mio progetto dopo aver visto quella schifezza di piano che ho fatto rovinandogli praticamente l’esistenza!!!

Come diceva DOC in ritorno al futuro, una battuta che riciclo troppo spesso ultimamente, ma sempre con umiltà: PERDONATEMI DELL’INESATTEZZA DEL PIANO MA NON HO AVUTO MOLTO TEMPO PER RITOCCARLO.

Cominciamo  a dare una sbirciata all’art work del playfield che mi ha richiesto, prima della stampa, una ricerca lunghissima su internet di numerose foto o scansioni che, una volta ridimensionate e ritoccate con un semplice software di fotoritocco (Photofilter) e uno di cui non ricordo più il nome per la correzione delle aberrazioni prospettiche dovute alla lente che scatta l’immagine, mi ha dato questo risultato:

 

Una volta portato il file in copisteria e fatto stampare in alta risoluzione con una speciale plastificazione delle superfici per renderlo più resistente mi sono fatto un giro al Brico di fiducia per prendere un comunissimo legno compensato da circa 1cm per poter iniziare a segnare gli intagli che di li a poco senza sosta avrei praticato nel piano per poter inserire le gemme ordinate dall’ Australia. Per tutti i fori che vedrete nelle foto ho usato un comunissimo Dremel, un trapano con punta circolare variabile e un seghetto elettrico, facendo dapprima su un foglio di lucido un calco dei buchi da fare da usare come dima che ho riportato poi sul piano in legno con della carta copiativa di quelle che si usavano con le vecchie macchine da scrivere.

Nella prima foto possiamo vedere la fase di foratura e di inserimento delle gemme nel piano di legno, un lavoro abbastanza delicato. Poi si passa allo stendere sul piano in legno l’artwork del playfield onde assicurarsi che tutto combaci alla perfezione. Di seguito una foto delle decals, stampata su carta adesiva trasparente che, una volta tagliate con un taglierino apposito, sono state messe sulle gemme usando su quest’ultime dello spray per plastiche che rende più aderente la superficie e amplifica la luminosità una volta illuminate con le lampadine o i led. Infine notare le decals con i contorni bianchi delle scritte, ottenute stendendo a mano ferma un piccolo strato di vernice bianca. Infine, dopo un attenta pulizia e pianatura delle decals con uno strumento in plastica per i vecchi trasferibili, una bella laccatura a più strati (qui vedete il primo) con vernice per carrozzieri bicomponente che oltre a donare un effetto riflettente al piano, facilita lo scorrimento della palla, irrobustisce la stampa e facilita le pulizie nel corso degli anni, essendo resistente a molti agenti esterni.

 

A breve, to be continued..

 

 

5 thoughts on “Medieval Madness, FATTO (in casa) e GIOCATO, la ricetta…

  1. Ciao, beh complimenti per il lavoro Enea, quasi quasi te ne commissiono uno 😉
    Probabilmente per i pezzi, i loghi il software ecc utilizzati per ricrearlo non sarebbe legalissimo produrlo e/o rivenderlo come originale, però come replica personale nessuno ti vieta. Aggiornaci che sono passati quasi 2 mesi dal tuo ultimo post.
    Saluti!
    Denny

  2. Grazie!!! Il lavoro sta volgendo al termine.
    Qualche bobina bruciata, non adatta agli scopi, e qualche lavoro di finitura..
    Sembra una storia infinita ritoccare qua e la le imperfezioni del lavoro a mano, ma ci sono quasi alla terza e ultima parte!
    Peccato non aver lavorato alla Williams, ma visto che ha chiuso i battenti forse è stato meglio così.
    Devo solo trovare il modo di costruire le rampe in ferro e sono a cavallo, tanto per stare in tema.

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